Le criptovalute, allo stato attuale, possono giuridicamente qualificarsi come rappresentazioni digitali di valore, non emesse né garantite da una banca centrale o da un’autorità pubblica, utilizzate come mezzo di scambio alternativo alle monete aventi corso legale o detenute per finalità di investimento. La nozione tuttavia non è definitiva e applicabile a tutti i settori dell’ordinamento.
Nell’articolo pubblicato da NT+ Diritto de Il Sole 24 Ore, Giuseppe Magaudda, avvocato civilista e tributarista dello Studio Legale Palumbo-Magaudda e Professional Partner 24 ORE, illustra i vari tentativi di qualificare giuridicamente le criptovalute e affronta il tema dell’attuale e discutibile trattamento fiscale chiarito dall’Agenzia delle Entrate, nell’attesa che il legislatore tributario intervenga a far chiarezza nel disciplinare i fenomeni connessi all’uso delle criptovalute.